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Basta un click per comprare un’auto elettrica cinese e riceverla a domicilio in Europa: EV Marketplace promette prezzi bassi, ma i rischi non mancano.
Immaginate questa scena: siete sul divano di casa, smartphone in mano. Scrollate tra un’app e l’altra e, tra un acquisto di un paio di scarpe e una prenotazione di un volo, trovate la possibilità di comprare un’auto elettrica. Non un modellino in scala o un gadget da scrivania, ma una vera auto, pronta a circolare sulle strade europee. Un paio di click, qualche bonifico e vi viene consegnata a domicilio direttamente dalla Cina. Fantascienza? No, realtà. Questo è il nuovo servizio lanciato da EV Marketplace, una piattaforma globale di e-commerce del gruppo China Crunch, che promette di rivoluzionare il mercato dell’automobile in Europa.
Il loro slogan è chiaro: «Eliminiamo le complicazioni delle importazioni internazionali». Ma la domanda è: davvero possiamo fidarci?
Acquistare un’auto come fosse uno smartphone
EV Marketplace funziona esattamente come un qualsiasi sito di shopping online. L’utente sceglie il modello desiderato, seleziona gli optional – quando disponibili – e procede al checkout. Nel carrello, oltre al prezzo base, compaiono una serie di spese aggiuntive: omologazione, spedizione, tasse e dazi doganali. Una volta pagato, il veicolo parte dalla Cina, arriva in Europa e viene consegnato o a Praga – il punto logistico di riferimento – o direttamente a casa dell’acquirente.
La piattaforma assicura che tutte le vetture siano omologate per l’uso stradale nei Paesi dell’Unione Europea. Una procedura che dura tra le due e le tre settimane e che permette di ottenere un certificato individuale di omologazione, con tanto di targhe valide. Sulla carta, dunque, nulla di diverso da un’auto acquistata da un concessionario ufficiale.
Eppure le differenze ci sono, eccome.
Prezzi bassi ma costi nascosti
Uno dei punti di forza del servizio, ovviamente, è il prezzo. Nel catalogo compaiono veicoli di ogni tipo: citycar elettriche, mezzi commerciali e persino i modelli più attesi del colosso cinese Xiaomi. La berlina SU7 è proposta a circa 27.000 euro, il SUV YU7 a poco più di 30.000. Numeri che, a prima vista, fanno gola a molti automobilisti europei: si tratta di cifre più basse rispetto a tante auto elettriche vendute nei nostri mercati.
Ma ecco che arrivano i dettagli. Per ottenere l’omologazione europea servono circa 2.150 euro in più. Per il trasporto, si parte da quasi 2.900 dollari se si accetta di ritirare la vettura al porto, ma si arriva a oltre 5.400 dollari se si vuole la consegna a domicilio. Risultato? Una Xiaomi SU7, partita con un prezzo base competitivo, può arrivare a costare circa 40.000 euro una volta messa in strada.
E non è finita qui: il pagamento va effettuato solo tramite bonifico bancario su un conto della Repubblica Ceca. Non esistono rateizzazioni, finanziamenti, formule di leasing o garanzie di tutela del consumatore. Insomma: fiducia totale o niente.
La grande incognita della fiducia
Ed è proprio qui che sorgono i dubbi più seri. Comprare un’auto elettrica dalla Cina con un click è davvero un affare o è un salto nel vuoto? La questione non è tanto il prezzo finale, quanto ciò che viene dopo.
Cosa succede se l’auto ha un difetto di fabbrica? Se la batteria mostra cali di prestazioni? Se serve un ricambio urgente? La piattaforma non ha una rete di assistenza diretta in Italia e le condizioni di garanzia non sono chiare. Tradotto: il consumatore rischia di restare con un’auto pagata a caro prezzo ma senza supporto in caso di problemi.
E non stiamo parlando di uno smartphone da 300 euro, che se si rompe si può sostituire in una settimana. Qui si parla di un investimento che supera abbondantemente i 30 o 40 mila euro. Soldi veri, sacrifici reali di famiglie e lavoratori che cercano una mobilità sostenibile senza svenarsi.
La pressione delle auto cinesi sul mercato europeo
Questo fenomeno non è un caso isolato. La Cina sta spingendo con forza sul mercato europeo delle auto elettriche. I grandi marchi occidentali si trovano a competere con modelli cinesi che spesso costano meno e offrono dotazioni tecnologiche avanzate.
Secondo le stime della Commissione Europea, entro pochi anni le auto elettriche made in China potrebbero rappresentare fino al 20% delle vendite nel Vecchio Continente. Un dato che spaventa le case automobilistiche europee e che mette a rischio migliaia di posti di lavoro nella filiera locale.
Il nuovo servizio di EV Marketplace sembra voler forzare ulteriormente questa dinamica: non solo portare le auto cinesi in Europa, ma renderle disponibili con la stessa facilità con cui si compra un paio di cuffie online. Una mossa che rischia di mettere in crisi il sistema dei concessionari, già provati dalla transizione elettrica e dai margini sempre più ridotti.
I rischi per gli automobilisti italiani
Per gli automobilisti italiani il rischio è duplice. Da una parte, l’attrattiva di un prezzo apparentemente conveniente potrebbe spingere molti a tentare l’acquisto online. Dall’altra, l’assenza di garanzie solide e di una rete di assistenza affidabile potrebbe trasformare quell’affare in un incubo.
Immaginate di comprare una vettura per 40.000 euro, di riceverla a casa e di scoprire dopo pochi mesi che la batteria non tiene più la carica. A chi ci si rivolge? Quali tempi servono per ottenere un intervento? E soprattutto: chi paga?
Ecco il punto: gli automobilisti meritano tutele, chiarezza e trasparenza. Non si può pensare che un bene così importante e costoso venga trattato come una qualsiasi merce da spedire con un corriere. Qui non si parla di moda o di elettronica di consumo, ma di mobilità quotidiana, sicurezza stradale e soldi dei cittadini.
Conviene davvero?
Alla fine la domanda resta aperta: conviene davvero comprare un’auto elettrica dalla Cina con un click? La risposta, oggi, è che i vantaggi economici rischiano di essere solo apparenti. Il prezzo finale, una volta aggiunti costi e tasse, non è molto diverso da quello di un’auto venduta ufficialmente in Italia. Eppure le differenze in termini di assistenza, garanzie e protezione del consumatore sono enormi.
In attesa che Xiaomi arrivi ufficialmente in Europa – evento previsto solo per il 2027 – molti potrebbero cadere nella tentazione di portarsi a casa un modello in anteprima. Ma il consiglio è di pensarci due volte: meglio aspettare un po’ di più ed essere sicuri di poter contare su una rete ufficiale, piuttosto che rischiare un investimento al buio.
Un mercato che va regolamentato
Il fenomeno solleva anche un tema politico ed economico più ampio: l’Europa deve decidere come regolamentare questi nuovi canali di vendita. Non è accettabile che un portale online possa bypassare le regole del mercato, minacciare il lavoro dei concessionari e scaricare tutti i rischi sui consumatori.
Se davvero vogliamo una transizione elettrica equa, servono regole comuni, protezioni legali e standard chiari. Non si può chiedere ai cittadini di acquistare a scatola chiusa, sperando che tutto vada bene. Perché quando si parla di auto, i rischi non sono solo economici: in gioco ci sono sicurezza stradale e fiducia verso un intero settore.