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La risposta di politica, sindacati e industria automotive: sostegno e scelte strategiche
L’attuale crisi del settore automotive sta mettendo in discussione non solo la sostenibilità economica dell’industria, ma anche il futuro della mobilità europea. In occasione del decimo anniversario di attività del movimento #FORUMAutoMotive, si è tenuto un evento di grande rilevanza, durante il quale esperti, politici, sindacati e rappresentanti del settore hanno discusso del futuro della filiera automobilistica. Al centro del dibattito: le politiche europee sul Green Deal, la transizione verso l’elettrico e la proposta di riconversione militare della produzione industriale.
Il piano d’azione UE e la crisi del settore automotive
Il presidente di #FORUMAutoMotive, Pierluigi Bonora, ha aperto i lavori mettendo in evidenza le difficoltà che il settore sta affrontando in Europa, in particolare in Italia. La crescente crisi produttiva e le sfide geopolitiche hanno acuito la sofferenza dell’industria automobilistica, con l’aggravante di un dibattito politico che rischia di alimentare scelte ideologiche invece di soluzioni strategiche. Bonora ha messo in guardia contro la proposta di riconvertire l’industria automobilistica alla produzione di materiale bellico, sottolineando che questo potrebbe avere gravi ripercussioni occupazionali e industriali.
Politica e sindacati: un dibattito acceso sul futuro del settore automotive
Durante il tavolo di discussione, diversi esponenti politici hanno espresso le proprie posizioni riguardo al futuro del settore automotive e alle politiche europee in atto.
La salvaguardia del settore automotive con decisioni strategiche
Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d’Italia e membro della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo, ha dichiarato che la priorità deve essere salvaguardare il settore con decisioni strategiche, anziché cedere a soluzioni radicali come la riconversione militare. Posizione condivisa da Marco Rizzo, Coordinatore di Democrazia Sovrana Popolare, che ha messo in luce la fragilità della proposta di transizione verso una produzione orientata al settore bellico, affermando che l’Italia potrebbe al massimo essere coinvolta nell’assemblaggio di mezzi.
La ricerca di un equilibrio tra transizione ecologica e mantenimento dell’occupazione
Isabella Tovaglieri, eurodeputata di Forza Italia e membro della Commissione Industria, ha sottolineato come la discussione sull’industria dell’auto sia finalmente riemersa, ma non ancora risolta. Secondo Tovaglieri, sarebbe stata necessaria una maggiore eliminazione delle sanzioni previste per i costruttori automobilistici e un focus sui biocarburanti. Questi ultimi potrebbero giocare un ruolo cruciale nell’equilibrio tra transizione ecologica e mantenimento dell’occupazione.
Sindacati: la difesa dell’occupazione e la necessità di una transizione giusta nel settore automotive
I sindacati hanno partecipato attivamente alla discussione, sottolineando l’importanza di un approccio equilibrato e inclusivo per salvaguardare l’occupazione. Stefano Boschini, responsabile del settore automotive per FIM-CISL, ha esortato a evitare che l’economia militare sostituisca quella civile. Boschini ha richiesto un supporto concreto per la transizione del settore. Samuele Lodi, segretario nazionale della FIOM-CGIL, ha aggiunto che la transizione verso l’elettrico è inevitabile, ma deve essere accompagnata da misure che tutelino l’equilibrio economico e sociale, evidenziando i rischi legati al lento disimpegno di Stellantis in Italia.
Una critica alla scelta dell’Europa
Rocco Palombella, segretario generale della UILM, ha invece criticato la scelta dell’Europa di forzare la transizione verso l’elettrico senza tener conto delle reali necessità del settore e dell’economia. Ha affermato che molte delle promesse di crescita occupazionale si sono rivelate infondate.
Le difficoltà della filiera automotive italiana e le previsioni per il futuro del settore automotive
Il settore automotive italiano sta vivendo una fase particolarmente critica. Gianmarco Giorda, Direttore Generale di ANFIA, ha sottolineato che la produzione di veicoli in Italia è scesa drasticamente negli ultimi anni, con una perdita di circa 3 milioni di veicoli venduti. Secondo Giorda, le politiche europee non sono riuscite a sostenere in modo efficace il settore, mentre le misure legate alla ricerca e sviluppo hanno avuto un impatto limitato.
Previsioni 2025 negative per il settore automotive
Andrea Cardinali, Direttore Generale di UNRAE, ha dichiarato che le previsioni per il 2025 sono negative, con un mercato delle immatricolazioni che fatica a recuperare. Ha anche criticato l’approccio della Commissione Europea, che non ha adottato misure concrete per sostenere la domanda e l’occupazione.
Un’eccessiva spinta verso l’elettrico
Plinio Vanini, Vicepresidente di Federauto, ha evidenziato come la politica e i sindacati non abbiano preso in considerazione le esigenze dei consumatori. L’eccessiva spinta verso l’elettrico, senza un giusto equilibrio tra le tecnologie, sta penalizzando il settore.
Politiche penalizzanti per il settore automotive
Alberto Viano, Presidente di ANIASA, ha aggiunto che la flotta di veicoli a noleggio continua a crescere, ma le politiche che penalizzano le auto aziendali e le fringe benefit stanno frenando il ricambio del parco circolante.
Il punto di vista degli esperti: le criticità del Green Deal e le alternative tecnologiche
Gli esperti del settore hanno evidenziato che il Green Deal e le politiche ecologiche in atto non stanno risolvendo le problematiche strutturali del settore. Fabio Pressi, presidente di Motus-E, ha sostenuto che il calo delle vendite di auto non è direttamente legato alla transizione verso l’elettrico, ma piuttosto a una serie di incertezze e problemi di infrastruttura, come la scarsità di colonnine di ricarica.
Settore automotive: una crisi potenzialmente irreversibile
Gianni Murano, presidente di UNEM, ha criticato la politica europea, che insiste su una visione monoculturale della decarbonizzazione, trascurando le altre soluzioni tecnologiche che potrebbero essere adottate. Secondo Murano, le politiche attuali potrebbero rendere irreversibile la crisi dell’automotive europeo.
Conclusioni: il futuro dell’industria automobilistica
Il dibattito sul futuro dell’industria automobilistica europea è più che mai aperto. Nonostante i progressi verso la transizione energetica, l’industria ha bisogno di politiche industriali più concrete e realistiche. Esse devono puntare alla neutralità tecnologica, ad un equilibrio tra le diverse soluzioni disponibili per ridurre le emissioni senza compromettere la competitività del settore.
L’industria automobilistica ha bisogno di supporto per affrontare una fase di trasformazione complessa, in cui la politica, i sindacati e le imprese devono collaborare per garantire un futuro sostenibile e prospero per l’intero settore.