Il dibattito, moderato da Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive, ha toccato il tema della transizione green e su come investire e programmare tra nuovi scenari e necessità di chiarezza.

L’intervento del Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami, ha aperto i lavori di questa sessione: “Non crediamo sia scaltro passare dalla dipendenza dal gas russo a quella dall’auto elettrica cinese. È necessario affiancare alla sostenibilità ambientale anche quella economica e sociale. Siamo contro l’ecologismo radical chic che rischia di condannare il nostro Paese a un effetto Cuba in cui l’auto diventi appannaggio solo di classi più abbienti. Il Governo crede nella neutralità tecnologica e nella pluralità di tecnologie in grado di assicurare emissioni zero al 2035. Va considerato l’intero ciclo di vita, dalla produzione dell’auto al suo fine vita e riciclo. Il rischio è che si faccia ecologismo in Europa, inquinando in altri Paesi del mondo”.

Simonpaolo Buongiardino, Presidente di Federmotizzazione, ha poi replicato: “L’aria sta cambiando e lo si avverte nel dibattito nazionale ed europeo sul tema. Ci si interroga finalmente sulla bontà delle scelte assunte a livello europeo, privilegiando una tecnologia, quella elettrica, ancora non ben conosciuta, il cui ciclo di vita prevede una produzione di CO2 superiore a quelle generate da vetture con motore endotermico”.

Marco Bonometti, Presidente di Gruppo OMR, ha condiviso l’approccio di Buongiardino, sottolineando: “La macchina elettrica è una macchina per soli ricchi. Va fatta un’operazione verità. Va rivisto il green deal, senza energia rinnovabile non si capisce come potremo generare l’energia pulita necessaria ad alimentarle. L’elettrico mette a rischio un’intera filiera con decine di migliaia di lavoratori interessati in Italia e centinaia di migliaia in tutta Europa, senza contare il rischio della deindustrializzazione alle porte”.

“Ci sono due parti lese in questa transizione”, ha commentato Rocco Palombella, Segretario Generale, UILM, “imprese e lavoratori. È impossibile mettere in discussione l’Euro7 dopo così pochi anni. È mancata nel nostro Paese una politica industriale degna di questo nome, con tutto il sistema della componentistica a rischio. Il processo di transizione al 2035 va bloccato”.

La parola è poi passata a Paolo Borchia, Europarlamentare: “Abbiamo portato le istanze del territorio a Bruxelles. Con questa normativa gli Europei pagano, gli altri inquinano. Non c’è sostenibilità ambientale senza tenere conto anche di quella sociale ed economica. Gli impatti negativi sull’occupazione sono sotto gli occhi di tutti, senza dimenticare che stiamo alimentando la dipendenza dal mercato cinese. Non è possibile sacrificare tutto sull’altare dell’elettrico”.

Guido Guidesi, Vicepresidente dell'Alleanza tra le Regioni Europee Automotive e Assessore alla Sviluppo Economico della Regione Lombardia, ha sostenuto che "esiste un’alleanza tra 28 Regioni italiane ed europee per una transizione più equa e razionale anche dal punto di vista sociale. Sugli obiettivi ambientali di decarbonizzazione siamo tutti d’accordo, ma tenendo aperte più strade all’insegna della neutralità tecnologica”.

In chiusura di evento ha preso la parola Marco Stella, Vicepresidente di ANFIA: “Finalmente si guarda con grande realismo il processo di transizione ecologica e verso l’elettrico che non può rappresentare l’unica soluzione. Siamo convinti che ci sarà una fase in questa conviverà con altre tecnologie attente all’ambiente. Siamo il secondo Paese per l’industria della componentistica. Sprecare questo valore e queste competenze sarebbe un errore terribile. Non va abbandonato l’elettrico, ma portato insieme al motore endotermico”.