Deve essere una strana posizione quella in cui si sono incagliati i fondi per le ricariche domestiche. Di fronte al silenzio istituzionale, seppur incalzato nelle scorse settimane da istituzioni come ANIE, di cui siamo parte, mi sento ancora una volta chiamato a provare a generare soluzioni utili al superamento di questa fase di stasi. Trovo infatti incomprensibile la posizione del Ministero ad oggi sui 40 milioni stanziati e poi spariti dai radar.

 

L’annuncio dei finanziamenti

 

Il 5 Agosto 2022 il MISE annuncia finanziamenti, incentivi all'acquisto di auto non inquinanti e all'installazione di colonnine di ricarica in ambito privato, ufficializzati il 5 ottobre in Gazzetta Ufficiale. Il 21 dello stesso mese il Ministero rende note le modalità per accedere agli incentivi per auto ma non quelle - pari a 40 milioni di euro e un bacino potenziale di 25mila unità - per le colonnine di ricarica. “Il nostro obiettivo è supportare la riconversione e il consolidamento della filiera nazionale automotive per garantirne la sostenibilità ambientale, economica e sociale. Le risorse ci sono. Oltre agli 8,7 miliardi del fondo Draghi ci sono fondi per 14 miliardi tra risorse nazionali, Pnrr e Ipcei fino al 2030. La diffusione di colonnine è la precondizione necessaria affinché la domanda di auto elettriche decolli” ribadiva il Ministro Urso in una incoraggiante e assolutamente condivisibile intervista a Repubblica a dicembre.

 

Dove sono i fondi?

 

Cosa è successo a questi fondi, che di fatto tra l’altro rappresentano una minima parte di quelli stanziati per la smart mobility? Possibile che siano rimasti incagliati perché mancano i "decreti direttoriali del Ministero dello Sviluppo Economico che individuino le disposizioni procedurali per l'erogazione dei benefici”? Lo chiediamo ancora una volta al Ministro Urso, con il quale ci apriamo molto volentieri ad un incontro per capire come sbloccare una situazione apparentemente inspiegabile: per noi e per tutti quanti in Italia producono, distribuiscono e vendono colonnine per la ricarica domestica e per il numero sempre più alto di automobilisti che in questi anni hanno scelto di passare ad un’auto ibrida o elettrica. È fondamentale che i decreti vengano emanati, se vogliamo che l'infrastruttura di ricarica in Italia cresca finalmente, colmando il gap che abbiamo con il resto d’Europa.