Ci si chiede spesso che cosa si intenda di preciso con il termine transizione digitale. Perché diciamolo: tutti ne parlano, in pochi sanno però come farla e in cosa consista. Dunque, la domanda non appare nemmeno tanto strana, anzi: porsi dei quesiti, spesso, aiuta a trovare la soluzione.

Transizione digitale, alla scoperta di un tema molto attuale 

Ho seguito con estremo interesse la presentazione del libro «Diario di volo - Come guidare la transizione digitale tra innovazione e sostenibilità». Il testo, scritto dall’amministratore delegato di Italgas, Paolo Gallo, è stato presentato presso la Microsoft House di Milano con un evento al quale hanno partecipato anche Silvia Candiani, country manager di Microsoft Italia e dunque padrona di casa, Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School e Nicoletta Romanazzi, mental coach, con la moderazione di Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia. Quello che mi è parso chiaro sin da subito è che oggi c’è una grande volontà da parte di molti attori in campo di guidare il paese verso la transizione digitale, ma bisogna farlo con chiarezza, avendo bene in mente finalità e obiettivi. 

Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas

Ce lo chiede il mondo intero

Un passo indietro. Tutti, dalle grandi istituzioni come l’Unione Europea al singolo stato, si stanno impegnando (o dovrebbero farlo...) verso il raggiungimento del target della neutralità climatica entro il 2050. Difficile a dire se riusciremo a raggiungere o meno quest’obiettivo, ma di certo per farlo oggi bisogna mettere in pratica una serie di migliorie sfruttando linnovazione tecnologica, la sostenibilità, la formazione continua e la capacità di leadership, di anticipazione e di messa a terra del cambiamento. 

Tanta voglia di cambiamento, ma strada ancora lunga

La strada è ancora lunga e il viaggio è appena cominciato. Ma, come detto proprio da Paolo Gallo, «la trasformazione digitale ha un inizio e difficilmente una fine, è un continuo divenire». E dunque, si parte. Ma per arrivare all’obiettivo finale, bisogna coinvolgere tutta lazienda, i processi lavorativi e soprattutto le persone.

Le persone, un capitale umano da valorizzare

Già, le persone. La mancanza di competenze del capitale umano, nel digitale, in Italia, è presente da tempo. E se da una parte è vero che il covid ha aiutato l'accelerazione digitale, dall’altra è altrettanto vero che è impossibile immaginare una trasformazione digitale senza un incremento delle abilità delle singole persone: avere skills digitali, come ribadito da Paolo Boccardelli, è oggi elemento essenziale per affrontare le sfide del futuro. Senza dimenticare che il cambiamento deve avvenire subito, per diventare un’opportunità, senza perdere ulteriore tempo. Deve "trasformarsi" anche l'educazione dei giovani, tocca alle scuole fare il prossimo passo.

La zona di comfort e la vita delle persone

Cambiare è sempre un rischio, si sa. L’ha detto a chiare lettere anche Nicoletta Romanazzi: «Tanto più ci si spinge fuori dalla propria zona di comfort, quanto più questa zona si allarga consentendo di sentirsi comodi in più "luoghi" diversi» le sue parole. Spingersi oltre, ottenere nuove competenze per accelerare il processo di trasformazione digitale. Perché? «Per migliorare la vita delle persone, semplificando l'accesso ai servizi con un'offerta migliore» la chiosa finale di Paolo Gallo. Che mi sento di condividere pienamente.