Viviamo un periodo di grandi cambiamenti climatici e non potevamo esimerci dal chiamare Paolo Corazzon, colui che ogni giorno ci dà le sue previsioni, ogni tanto giuste e ogni tanto sbagliate (ci faremo spiegare come mai). Come avrete già capito l’ospite di questa quarta puntata del mio blog sulla sostenibilità “Green Team” è Paolo Corazzon.

"Partiamo male, come se fossero metà giuste e metà sbagliate (ride, ndr). Una tantum, l'errore c'è. Non è colpa mia, sia chiaro. E' una questione intrinseca della fisica dell'atmosfera. Basta un niente perché quella nuvola prenda un'altra strada. Questo “niente” i modelli fisico-matematici lo riuscirebbero anche a individuale ma bisognerebbe per essere precisi al 100% ricoprire la Terra di sensori. Non ci sarebbe spazio per noi esseri umani", il primo commento di Corazzon.

Green Team, a tu per tu con Paolo Corazzon

Io parto da lontano, quando un giorno Paolo Corazzon è andato dai suoi genitori per dire che avrebbe fatto il meteorologo…

"Sì, già a 4 anni quando c'era temporale ero attaccato alla finestra per guardare i fulmini. Seguivo tutte le previsioni, quando ai tempi c'era Bernacca. Quando ero più grandicello e uscivo chiedevo ai miei genitori di registrarmi le previsioni e le guardavo prima di andare a dormire".

Come si diventa meteorologi?

"Un po' lo si nasce. Non è un mondo semplice. Il percorso scolastico da seguire passa per studi scientifici, dal liceo all'università. In Italia ci sono alcuni atenei con corsi di meteorologia, altrimenti un corso in fisica è quello che prepara nel modo migliore. Poi fa molto l'esperienza, lavorando nel settore".

Quando hai capito che avresti fatto davvero il meteorologo?

"Al liceo, andando bene in matematica ma non nelle altre materie, la professoressa mi ha consigliato l'università di fisica. Io ci ho provato, pur avendo tutti contro, a partire dai miei genitori che si auguravano per me un posto in banca. Durante il lavoro di tesi la mia fortuna è stata incontrare il colonnello Giuliacci che mi ha preso per mano, per anni. E' stato un maestro oltre che una persona d'oro".

Mi incuriosisce il rapporto che avevi coi coetanei: venivi preso in giro?

"No, anzi, venivo sfruttato per le partitelle di calcio o le vacanze. Sempre gratis".

Com'è la giornata tipo di un meteorologo?

"Ci si sveglia presto, anche se il lavoro principale ormai lo fanno i computer con dati che vanno interpretati. Tu potresti farlo anche alle 10 del mattino ma la gente si sveglia e vuole sapere subito che tempo farà. A 3BMeteo siamo in tanti e già alle 6 esce la prima previsione"

C'è una cosa strana nella tua carriera?

"La caccia ai tornado negli Stati Uniti. Si tratta di episodi che durano poco ma fanno molti danni, da quelle parti ma ormai anche in Italia. Sono di difficile previsione e quindi c'è un gruppo di persone che con macchine rinforzate cerca di avvicinarsi il più possibile per raccogliere dati utili".

La cosa che non hai ancora fatto e che ti piacerebbe fare?

"L'aurora, anche se non si tratta proprio di meteorologia. E' un fenomeno atmosferico che mi manca e spero di vedere dal vivo un giorno".

Prevedi bel tempo e invece arriva un nubifragio incredibile: come reagisci?

"Capita, anche al contrario, anche se in quel caso nessuno mi dice nulla. La meteorologia ha fatto passi da gigante e la gente si aspetta che le previsioni siano precise al 100%. In quei casi non resta che mandare giù e resistere. L'errore capita".

Tra uragani e alluvioni, è un vero e proprio cambiamento climatico?

"Lo abbiamo capito tutti che c'è qualcosa che non va ma non è ancora chiaro che c'è una necessità di intervenire: una volta a Milano nevicava. Fa troppo caldo e le montagne non vedono un fiocco, con un danno preoccupante, anche per le riserve idriche in primavera. La frequenza di certi eventi è aumentata rispetto ai tempi delle alluvioni nel Polesine o a Firenze. Non c'è più normalità e questo non va bene al pianeta".

Che cosa possiamo fare?

"Tutto può essere ricondotto a un riscaldamento globale: la temperatura è legata ai gas serra in atmosfera e in poche decine di anni la quantità di CO2 è aumentata enormemente. La strada maestra deve essere quella di ridurre i gas serra per tornare a uno stato di salute più consono".

Chi dovrebbe farlo?

"L'uomo, che deve per forza fermarsi un attimo. Le fonti di energetiche non rinnovabili producono CO2. Non c'è solo il motore della macchina. Bisogna cercare fonti più pulite. E' una strada percorribile e l'Europa si sta comportando bene, per esempio in Spagna e in Portgallo sfruttando il sole e il vento".

Se fossi un supereroe che potere vorresti avere?

"Mi piacerebbe volare ma anche respirare sott'acqua. Parlando di sostenibilità, vorrei essere in tutte le scuole d'Italia per incontri con i ragazzi che sono spesso più interessanti dei grandi e fanno domande pertinenti".

In una partita contro l'indifferenza, che ruolo giocheresti?

"Attaccante. Bisogna insistere e farsi vedere, non con cattiveria ma con decisione. Bisogna segnare contro quel tipo di indifferenza. Con 3BMeteo siano andati a verificare la situazione in Groenlandia dove si è persa una quantità incredibile di ghiaccio".

Che cosa farà da grande Paolo Corazzon?

"Mi piace molto giocare a bocce. Io sto aspettando che arrivi la pensione per andarci, in modo sostenibile, in bicicletta".

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