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Auto elettriche e ricarica bidirezionale: la nuova frontiera

Ginevra Portaccio Agosto 13, 2025

La mobilità elettrica sta entrando in una nuova fase evolutiva, e uno dei concetti chiave che stanno emergendo con forza è quello della ricarica bidirezionale (bidirectional charging). Non si tratta solo di ricaricare un’auto da una presa, ma anche di utilizzare l’auto come fonte di energia per edifici, reti elettriche e dispositivi. È una trasformazione che coinvolge settori diversi: mobilità sostenibile, gestione energetica e smart grid.

Che cos’è la ricarica bidirezionale?

La ricarica bidirezionale è un sistema in cui i veicoli elettrici (EV) non solo assorbono energia dalla rete, ma possono reimmettere energia in direzione opposta. Questo processo si basa sull’integrazione di inverter bidirezionali che convertono la corrente continua (DC) della batteria in corrente alternata (AC) utilizzabile dalla rete o da impianti domestici.

Le tre modalità principali:

  • V2G – Vehicle to Grid
    Il veicolo cede energia alla rete pubblica in momenti di alta domanda o instabilità.
  • V2H – Vehicle to Home
    L’auto fornisce elettricità alla propria abitazione, ad esempio di notte o durante blackout.
  • V2L – Vehicle to Load
    Il veicolo alimenta apparecchiature o dispositivi esterni (es. camper, strumenti da lavoro).

Perché è rilevante? Il ruolo nelle smart grid

Il passaggio da una rete elettrica centralizzata a una rete intelligente e distribuita (smart grid) richiede una gestione dinamica della domanda e dell’offerta. I veicoli elettrici, grazie alla loro capacità di accumulo, possono diventare unità mobili di stoccaggio (energy storage units), utili per:

  • bilanciare la rete elettrica;
  • integrare energie rinnovabili intermittenti (come solare e eolico);
  • ridurre i picchi di carico (peak shaving);
  • offrire servizi di rete (ancillary services).

Secondo l’International Renewable Energy Agency (IRENA), entro il 2030 l’energia potenzialmente immagazzinata nei veicoli elettrici nel mondo supererà i 30 TWh, una quantità tale da coprire un ruolo significativo nella gestione delle reti.

Aspetti tecnici: cosa serve per una ricarica bidirezionale?

1. Veicolo compatibile

Il sistema di trazione deve essere predisposto per l’inversione di flusso, e la batteria deve essere gestita da un software V2X-ready.

2. Connettore e protocollo appropriati

  • CHAdeMO: standard giapponese, usato da Nissan, già pienamente bidirezionale.
  • CCS Combo 2 (Combined Charging System): standard europeo-americano, recentemente aggiornato per supportare la bidirezionalità.

3. Wallbox V2X-ready

Una stazione di ricarica intelligente capace di gestire input/output e comunicare con la rete o l’impianto domestico (es. Enel X, Wallbox Quasar 2, Dreev).

4. Sistema di gestione energetica (HEMS)

Permette il controllo dell’energia in tempo reale, ottimizzando il flusso in base ai costi e ai consumi.

Modelli di auto compatibili (e già in commercio)

Nissan Leaf

  • Standard CHAdeMO, pienamente compatibile con V2G.
  • Usata in progetti pilota in Giappone, Regno Unito e Italia.
  • Capacità batteria: fino a 62 kWh.

Hyundai IONIQ 5 / Kia EV6

  • Supportano V2L (fino a 3,6 kW), e predisposte per V2H/V2G.
  • Usate come unità di backup in scenari di emergenza domestica.

Ford F-150 Lightning (non ancora in Europa)

  • V2H fino a 9,6 kW, può alimentare un’abitazione per 3 giorni.
  • Tecnologia basata su inverter bidirezionali integrati.

Volkswagen ID.4 / ID. Buzz (in sviluppo)

  • V2G previsto con future versioni software e wallbox proprie (Elli).

La situazione in Italia: a che punto siamo?

L’Italia è in fase di sperimentazione. Alcuni ostacoli sono ancora normativi e tariffari, ma i test sono già operativi:

Progetti pilota:

  • Enel X – V2G Revolution: sperimentazioni a Roma e Milano con Nissan Leaf.
  • TERNA – “Smart Charging”: collaborazione con RSE e PoliMi per testare la capacità di bilanciamento della rete.
  • Regione Piemonte: installazioni sperimentali in hub aziendali per flotte EV.

Sfide aperte:

  • Necessità di aggiornare la normativa ARERA e CEI per gestire il flusso inverso in sicurezza.
  • Manca una tariffa incentivante per chi immette energia da EV alla rete.
  • I costi delle wallbox bidirezionali sono ancora elevati (>5.000€).

Impatto ambientale ed economico

Ambientale:

  • Aumenta la flessibilità energetica.
  • Incentiva l’utilizzo di fonti rinnovabili non programmabili.
  • Riduce la necessità di centrali a combustibili fossili per coprire i picchi.

Economico:

  • Riduzione dei costi energetici per famiglie e aziende.
  • Possibile remunerazione per i servizi di rete forniti dall’auto.
  • Migliore gestione del ciclo vita della batteria (con logiche di carica/scarica controllate).

Quale futuro ci aspetta?

Secondo BloombergNEF, entro il 2035 oltre il 60% delle auto elettriche sarà abilitato alla ricarica bidirezionale, con un potenziale enorme in paesi come Germania, Giappone, Corea e Italia.

In futuro, potremmo vedere:

  • reti energetiche locali alimentate da veicoli (microgrid).
  • case autosufficienti alimentate da EV.
  • app mobili che vendono energia residua con logica peer-to-peer.

La ricarica bidirezionale rappresenta l’integrazione perfetta tra mobilità e produzione energetica decentralizzata. È un’evoluzione inevitabile, se vogliamo una rete elettrica più resiliente e una mobilità veramente sostenibile. L’auto elettrica non sarà più solo un mezzo di trasporto, ma un nodo energetico attivo, in grado di collaborare con la rete e l’ambiente.

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