
Auto cinesi, BYD, foto di Farrel Atharic per Unsplash
Navigare tra i nuovi brand, modelli e contesto
Negli ultimi tre anni, il panorama automobilistico italiano ha visto una vera rivoluzione. Diverse Case cinesi – autentiche, senza remore, come ribadito dal soprannome «cinese vera» – si stanno affermando con aggressività, portando modelli competitivi, tecnologie evolute e strategie di vendita audaci.
BYD domina la scena italiana
Secondo i dati di metà 2025, BYD ha immatricolato 10.819 veicoli in Italia nel primo semestre, conquistando una quota di mercato dell’1,7% e registrando un +12,8% tra maggio e giugno. A luglio 2025 il brand è entrato nella top 20 dei marchi più venduti in Italia, grazie soprattutto alle sue auto elettrificate.
Il modello di punta è la Seal U DM-i, un SUV ibrido plug-in che sta trainando le vendite italiane. Accanto a lei si distingue anche la Dolphin Surf, nuovo nome per la Seagull, che ha raccolto oltre 1.200 ordini in soli due mesi sul nostro mercato.
I nuovi marchi cinesi: identità, modelli e distribuzione
Accanto a BYD, altri marchi stanno guadagnando terreno. Il gruppo cinese Chery ha portato in Italia i brand Omoda e Jaecoo, entrambi arrivati nel 2024 con un’espansione commerciale che punta ad aprire fino a 60 concessionarie entro fine 2025. In Italia sono già in vendita l’Omoda 5 e lo Jaecoo 7 nelle versioni a benzina, mentre stanno per arrivare le varianti elettriche e ibride plug-in. L’Omoda 5, in particolare, ha fatto il suo debutto nella versione a benzina con motore 1.6 TGDI e oggi è disponibile anche in versione completamente elettrica. La gamma si allarga con l’Omoda 9, un crossover ibrido plug-in di grandi dimensioni, pensato per chi cerca un’alternativa premium.
Il mercato italiano si sta però riempiendo anche di marchi meno noti ma molto attivi. Cirelli, ad esempio, è un concessionario veronese che rimarchia SUV e monovolume cinesi con il proprio nome: dalla Uno, gemella della SWM G03F, alla Friday, fino alla U-Tour, che diventa Cirelli 7.
Dalla Cina al Molise, il caso DR
In Molise, invece, DR hanno scelto di commercializzare alcuni modelli cinesi con i propri marchi. Tra questi la K3 a benzina, derivata dalla Jetour del gruppo Chery, e la K2 diesel, gemella della Beijing del gruppo statale BAIC. Non manca la gamma Sport Equip, che rappresenta la linea più lussuosa dei DDR con SUV proposti a benzina, GPL o in versione ibrida plug-in.
Un altro nome emergente è Jaecoo, sempre appartenente al gruppo Chery, specializzato esclusivamente in SUV. In Italia è disponibile il modello 7, proposto con motorizzazioni a benzina o ibride plug-in, con la possibilità di scegliere tra trazione anteriore o integrale.
Tra i marchi in rapida ascesa troviamo anche Leapmotor, startup cinese su cui Stellantis ha acquisito una quota del 20%. In Italia propone la citycar elettrica T03, pensata per la mobilità urbana, e il SUV C10, disponibile sia in versione 100% elettrica sia come ibrida plug-in, con un design elegante e tecnologico che strizza l’occhio al pubblico europeo.
Infine, merita menzione SWM. Storicamente un marchio lombardo, è stato acquistato nel 2014 dal gruppo cinese ShineRay. Oggi produce non solo moto ma anche SUV, completando così la propria offerta con una gamma che unisce radici italiane e know-how industriale cinese.
Uno scenario in rapida evoluzione
Il 2025 segna un punto di svolta per l’Italia: marchi cinesi autentici si stanno affermando rapidamente e guadagnano spazio grazie a strategie aggressive, gamma elettrificata e collaborazioni con dealer locali. BYD guida la rivoluzione, ma Chery, con i brand Omoda e Jaecoo, sta seguendo a ruota. La presenza di marchi più piccoli, dalle strategie di rimarchiatura come Cirelli e DR fino a startup come Leapmotor, racconta un panorama in continuo fermento. Il mercato italiano è destinato a cambiare ancora, con nuovi protagonisti pronti a sfidare i colossi storici dell’automotive.